Saturday, April 30, 2005


"Just joking :-) Quel "projet de société" !!! Posted by Hello Lire la suite...

Saturday, April 16, 2005

"Il calcio ha fatto centro laddove la politica ha fallito, in squadra regnano tolleranza e rispetto."

Abbas Suan di origini arabe e centrocampista della nazionale israeliana segna il gol del pareggio con l'irlanda che tiene aperta la porta del mondiale

MILANO, 29 marzo 2005 - Un arabo salva Israele. Sabato, a Tel Aviv, Abbas Suan, o Sowan secondo un’altra grafia, 29 anni, centrocampista, ha aggiustato una brutta serata. Si era al primo minuto di recupero della ripresa e l’Irlanda di Damien Duff, pezzo grosso del Chelsea, vinceva per 1-0; Suan, entrato in campo pochi minuti prima, al 29’ del s.t., ha ricevuto palla ai 20 metri e ha fatto gol con un tiro secco. Una rete epocale, perché il pareggio tiene in corsa Israele per l’accesso al Mondiale 2006 e perché Suan osserva le leggi del Corano, non quelle della Torah. Israele, inserito nel gruppo 4 di qualificazione a Germania 2006, è primo con 9 punti, a pari merito con Francia e Irlanda, e domani ospiterà i francesi, che non se la passano bene, reduci come sono dallo sciapo 0-0 contro la Svizzera. Abbas Suan non ci sarà, perché squalificato. Israele vanta un’unica partecipazione al Mondiale, quello di Messico 1970, dove incrociò l’Italia: 0-0 nella prima fase, l’11 giugno di quell’anno, a Toluca. Un’avventura breve, conclusa con una frettolosa eliminazione, il pari contro gli azzurri e due sconfitte, contro Uruguay e Svezia.
Se Israele rimetterà il muso sulla scena della coppa del Mondo, dovrà fare un monumento a Suan Abbas, israeliano di origine araba e perciò considerato cittadino di serie B. Israele conta sei milioni e mezzo di abitanti, più di un milione dei quali sono arabi. Hanno passaporti e carte d’identità normali, ma sono soggetti a qualche limitazione, guardati con un filo di sospetto, e se devono volare all’estero, preferiscono partire dall’aeroporto di Amman, in Giordania, anziché dal Ben Gurion di Tel Aviv, dove chiunque porti cognomi arabi viene rivoltato come una tasca. In febbraio a Gerusalemme, proprio Abbas Suan venne fischiato durante l’amichevole con la Croazia (3-3). Improperi provenienti dal settore degli ultras del Beitar, squadra di Gerusalemme con tifoseria animata da sentimenti estremistici. Abbas si gode la rivincita: «Visto quanto era successo a Gerusalemme, sabato a Tel Aviv mi ha fatto effetto sentire quarantamila persone invocare il mio nome. Dedico il gol a ogni cittadino israeliano. E’ tempo di smetterla, non dobbiamo più distinguere tra ebrei e arabi, siamo un unico popolo». Parole scioccanti, ma condivise. «Abbas lotta per l’uguaglianza», ha titolato il più importante quotidiano del Paese. Suan ha rilanciato: «Penso che persone come me, Walid Badir e Abed Rabah (gli altri due arabi della selezione, ndr) siano il migliore esempio di convivenza fra ebrei e musulmani e costituiscano l’auspicio di un futuro migliore».
Suan gioca nell’Unione dei Figli di Sakhnin, squadra di una cittadina della Galilea, nel Nord d’Israele. Un piccolo centro di poco più di ventimila abitanti, un posto in cui il 94 per cento degli iscritti all’anagrafe è arabo e la disoccupazione è debordante. Fino a pochi anni fa il Sakhnin, club di proprietà comunale e con un presidente titolare di una piccola ditta di costruzioni, giocava nelle serie minori. Poi la crescita, culminata due stagioni nella promozione in prima serie e l’anno scorso il trionfo, la vittoria in coppa d’Israele, l’abbagliante 4-1 rifilato in finale all’Hapoel Haifa e la conseguente attenzione dei media, tra gli altri un lungo servizio di Al Jazeera, la Cnn dei Paesi arabi.Nonostante il quarto d’ora di celebrità, il Sakhnin resta una società povera, senza uno stadio adeguato e con un curioso campo d’allenamento, un terreno di proprietà di un privato cittadino tifoso della squadra e allestito alla meno peggio. Il Sakhnin, però, è uno straordinario laboratorio multietnico, il grosso del gruppo è costituito da giocatori arabi-israeliani, poi ci sono gli ebrei, il brasiliano Gavriel Lima, che è cristiano, il camerunese Ernst Etchi e Komoko Kamara della Guinea Equatoriale, quest’ultimo musulmano. Il calcio ha fatto centro laddove la politica ha fallito, in squadra regnano tolleranza e rispetto. «Il venerdì — raccontano a Sakhnin — Abbas Suan e gli altri giocatori arabi vanno a pregare alla moschea, gli israeliani entrano in sinagoga. Siamo osservanti di religioni diverse, però pensiamo tutti alla stessa cosa, la pace»
gazzetta.it Lire la suite...

"A Woman's Perspective".
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Thursday, April 14, 2005

"Million Voices" (Hotel Rwanda Soundtrack).Go watch it


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Ni dyar'izuba, Rizagaruga, Hejuru yadju, Nduzaricyeza ricyeza.
[When will the sun rise again? [Who will reveal it us again?]
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Rwanda, Rwanda, Yeah Rwanda, Rwanda.
They said: "Many are called and few are chosen,"
But I wish some wasn’t chosen for the blood spilling of Rwanda.
They said: "Meshach Eshach and Abednego,
Thrown in the fire but you never get burned,"
but I wish that I didn't get burned in Rwanda.

They said: "The man is judged according to his works,"
so tell me Africa, what’s your worth?
There’s no money, no diamonds, no fortunes
on this planet that can replace Rwanda…
Rwanda Rwanda Yeah, Rwanda Rwanda
These are the cry of the children
Rwanda Rwanda Anybody hear my cry?

If America, is the United States of America,
Then why can’t Africa, be the United States of Africa?
And if England, is the United Kingdom,
Then why can’t Africa unite all the kingdoms and become United Kingdom of Africa?

Rwanda Rwanda,

Rwanda Rwanda
Yeah, yeah.
These are the cries of the children, yeah.
Can anybody out there hear our cries?
Yeah, heavens cry ... Jesus cry.
Lord, did you hear us calling you?

Yeah, Rwanda Rwanda,
Lord, did you hear us calling?
Can you do something in Rwanda?

Rwanda Rwanda,
Rwanda Rwanda
I’m talkin' 'bout Jesus;
talkin' 'bout Rwanda Rwanda Rwanda
Talkin' 'bout … talk'n 'bout ...
Talkin' 'bout … talk'n 'bout ...

I wanna play my guitar for Rwanda....

Wyclef Jean Lire la suite...

"Upon the same ground...
Under the same light"
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"Merci à tous les artistes qui nous font aimer ce pays"

Billet : Le pays des artistes
Que faut-il faire pour aimer son pays ?
Voici une série de réponses possibles : apprendre par cœur les discours royaux, lire les éditos musclés de Khalil Hachimi Idrissi, aimer le golf et les innombrables semaines du cheval, croire sur parole tout ce que nous dit Abbès El Fassi, prendre un pot avec Jamal Berraoui, adhérer à l’UC ou au PND, apprécier les tableaux et la poésie de Mahjoubi Aherdane, décorer sa chambre à coucher avec les éditoriaux de feu Moulay Ahmed Alaoui dans "Le Matin du Sahara (et du Maghreb)", envoyer une carte postale à l’ONU au nom de Watanouna, etc. Toutes ces perspectives sont franchement intéressantes. Moi, j’en choisis une autre, beaucoup plus anecdotique : aimer le (nouveau) cinéma marocain. Il n’est pas si nul qu’on veut bien nous le faire croire. C’est sérieux. Le Maroc nouveau a produit au moins quatre ou cinq films d’excellente facture : "Les fibres de l’âme" de Hakim Belabbes, "Mille mois" de Fawzi Bensaïdi, "Les yeux secs" de Narjiss Nejjar, et le formidable "à Casablanca les anges ne volent pas" de Mohamed Asli. De vrais morceaux de cinéma, qui percutent et secouent quelque chose de très profond en nous. Oui, oui, ce quelque chose que l’on peut appeler l’amour de son pays… Moi, j’ai aimé l’Amérique grâce aux films de Sam Peckimpah et de John Ford. J’ai adoré l’Italie de Fellini et de Visconti, l’Inde de Satyajit Ray, l’Espagne de l’immense Luis Bunuel, la France de Truffaut, l’égypte de Chahine et d'Abou Saif (le seul "Abou" que je digère !), la Bosnie de Kusturica, le Japon de Kurosawa, etc. Et j’avais un problème pour lequel je n’ai jamais osé consulter un psychiatre : je n’aimais pas mon pays. à cause des films de certains amis cinéastes, personnes attachantes dont les films ressemblaient à des tunnels sans fin… De Nass El Ghiwane à Hajja Hamdaouiya, en passant par tant d’autres, merci à tous les artistes qui nous font aimer ce pays via une note, une image, une émotion sincère.
Karim Boukhari
telquel-online.com Lire la suite...